(Fonte : artemagazione)
Credit foto allestimento DON McCULLIN Palazzo Esposizioni Roma, Don McCullin a Roma, 10 ottobre 2023- 28 gennaio 2024
Ph. Daniele Molajoli – © Azienda Speciale Palaexpo
ROMA – Dal 10 ottobre 2023 al 28 gennaio 2024, Palazzo Esposizioni Roma ospita la più ampia mostra mai dedicata a Don McCullin, fotografo britannico di fama internazionale.
Curata da Simon Baker, in stretta collaborazione con l’artista stesso e Tim Jefferies, la retrospettiva offre un excursus esaustivo sull’eclettico e audace mondo visivo di McCullin.
Noto per il suo atteggiamento diretto, mai privo di coinvolgimento emotivo nei confronti dei soggetti ritratti, McCullin ha dato vita ad alcune delle immagini di povertà, carestia e guerra più immediatamente riconoscibili di tutta la storia della fotografia.
Con oltre 250 scatti suddivisi in sei sezioni, la mostra romana si riallaccia, ampliandola, all’antologica della Tate Britain curata sempre da Simon Baker nel 2019.
Esordi: alle radici di una grande passione
La mostra si apre con una raccolta di immagini che risalgono ai primi passi di McCullin nel mondo della fotografia. Nato e cresciuto a Finsbury Park, Londra, le sue prime fotografie riflettono la cruda autenticità delle persone e dei luoghi che hanno influenzato la sua gioventù.
Guerra e Conflitti: McCullin testimone della Storia
McCullin è conosciuto a livello mondiale per aver documentato alcuni dei conflitti più tragici e significativi del XX secolo. Dalla devastazione del Vietnam alla guerra civile in Libano, le sue immagini sono testimonianze toccanti dell’orrore della guerra.
Immagini documentarie del Regno Unito
In questa sezione, McCullin esplora la Gran Bretagna in un momento di profondo cambiamento. I suoi progetti sono incentrati sulla parte nord dell’Inghilterra che si era andata rapidamente impoverendo a causa della deindustrializzazione. Dalla Liverpool dei primi anni Sessanta, alla Bradford degli anni Sessanta e Settanta, McCullin sorprende queste città nel momento del loro crollo materiale e sociale. Grazie al suo approccio originale e all’umanità che lo contraddistingue, McCullin riesce a dare vita a dei ‘ritratti’ di individui a cui restituisce un’identità, come nel caso della senzatetto Jane.
Immagini documentarie dell’estero
Oltre alle guerre, McCullin ha immortalato culture e paesaggi lontani. Le sue immagini sono finestre aperte su mondi spesso sconosciuti. Il fotografo, infatti, nella sua continua ricerca ha saputo anche vedere, al di là della miseria e della tragedia, la diversità e la forza dei popoli all’interno di una varietà eterogenea di contesti.
Paesaggi e nature morte: poesia nella brutalità
Le fotografie di McCullin non si fermano alla documentazione di eventi storici, ma esplorano anche il paesaggio britannico con una sensibilità unica. Attraverso giochi di luce e ombra, cattura la bellezza spesso oscura e drammatica della natura e della campagna inglese. McCullin ci consegna un resoconto del mondo attorno a sé brutale e spesso addirittura tetro, in un certo qual modo intriso di conflitto. Anche i paesaggi scozzesi appaiono più pervasi dal sublime che dalla loro tradizionale bellezza, come pure le toccanti composizioni di nature morte, poetiche e cariche di emotività.
L’Impero Romano: rivelare il passato
In anni più recenti, McCullin si è addentrato in una sorta di indagine fotografica culturale, architettonica e storica, esplorando i resti dell’Impero romano nell’area del Mediterraneo meridionale.
Il progetto Frontiere del sud mescola un acuto sguardo sul paesaggio con un appassionato coinvolgimento per la capacità delle rovine romane di testimoniare lo scorrere del tempo.
Dal Marocco all’Algeria, passando per Siria e Libano, McCullin ha fotografato alcuni siti, tra cui Palmira, restituendo l’immagine sia un’antica civiltà rimasta intatta, sia il segno tangibile dei danneggiamenti legati alla sua autoproclamazione di Stato islamico.
Anche durante la pandemia, McCullin ha proseguito il suo lavoro in Turchia, culminato nel libro Journeys across Roman Asia Minor.
Le sue ultime opere si concentrano su specifiche sculture romane, testimonianza della sua dedizione duratura alla fotografia come forma d’arte pari a tutte le altre.
Nato nel 1935 a Finsbury Park, Londra, McCullin ha iniziato la sua carriera con una reflex biottica Rolleicord. Da allora, ha attraversato continenti e culture, documentando con passione e rara sensibilità storie umane di ingiustizia e povertà.
Oggi McCullin fotografa più che altro paesaggi, cupi e potenti, che tuttavia alleviano le sofferenze e le tragedie di cui è stato testimone durante la sua carriera.
Nel corso della sua carriera ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui i prestigiosi premi del World Press Photo e il Cornell Capa Award dell’International Centre for Photography di New York. Nel 1993 è stato il primo fotoreporter a essere nominato Comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico (CBE) e in seguito nel 2017 è stato insignito del titolo onorifico di baronetto.
Oltre alle sue straordinarie fotografie, la mostra offre dunque un affascinante ritratto dell’uomo dietro l’obiettivo.
Palazzo Esposizioni Roma
Via Nazionale, 194
00184 Roma
Orari:
Dal martedì alla domenica, dalle 10.00 alle 20.00
(chiuso il lunedì)
Biglietti:
Catalogo:
In occasione della mostra, è stato pubblicato il libro “Don McCullin: Life, Death and Everything in Between”, edito da GOST Books, Londra.